“Questa esperienza mi ha fatto fare e crescerò molto. La vita del collegio mi ha incaricato di raccontarti la tua mestessa e ad essere indipendente. Sono davvero felice della scelta e non vedo l’ora di imparare ancora”. Parole e pensieri di Ginevra Capo, vent’anni da compiere e già negli Usa per studiare e giocare a golf.
Grazie a Francesco Tebano, abbiamo intervistato Ginevra Capo, tesserata in Italia per i Girasoli, a Carmagnola (Torino).
La passione per il golf quando nasce?
“Mio figlio si appassiona grazie al mio babbo che mi ha portato gioia all’età di quattro anni. Con il passare del tempo questa passione è cresciuta anche grazie ai miei maestri che mi hanno fatto amare la storia di questo sport”.
Da Torino agli Stati: quanto ti ha aiutato la famiglia?
“I miei genitori mi hanno aiutato nel percorso di scelta. Mi hanno ascoltato e fatto molte domande così da aiutarmi a prendere la giusta decisione”.
Quando hai deciso per il college e perché?
“È decisivo che il fatto di potere studi e ottenga un alloro importante, portando la mia carriera sportiva ad un livello ancora molto alto e agonistico”.

Meglio il college o tenterò improvvisamente la strada del professionismo?
“Come ti ho detto, ribadisco questa esperienza all’Università dei Cumberlands il mio contributo per crescere e diventare una giocatrice ancora più solida. Il mio permesso di prepararmi ad affronare un eventuale passaggio a professionismo in serenità. Avrò è stato un vincitore per l’esperienza di quattro anni di golf in un circuito davvero competitivo”.
Che consiglio daresti chi è indeciso?
“Consiglierei di scegliere un’università che lasci tutte le porte aperte, ovvero che permetta di avere un alloro importante e di giocare è un circuito competitivo con una squadra altrettanto stimolante. Ho ancora opportunità accademiche, ma Sì, studierò per il mio dovuto vincitore per tutto questo tempo. Ad esempio: sto ottenendo un alloro in finanza e uno in amministrazione e gestione aziendale. Trovo che la programmazione sia fondamentale, non solo se si può entrare in collegio con due laureati, ma è possibile finire l’università in meno di quattro anni, per godersi l’ultimo anno per la laurea magistrale”.

Sei un golfista migliore grazie al golf universitario?
“Assolutamente si! Alla scuola, vendo le strutture all’interno del campus, abbiamo sempre la possibilità di riempire. La nostra programmazione prevede due giornate di allenamento pomeridiano ogni giorno e allenamenti in campo tutti i weekend e in settimana. Mi sono qualificato per tutto il primo semestre, sono migliorato tanto perché ho acquisito molta fiducia e consapevolezza nelle mie capacità. Fondamentale è la fiducia del mio allenatore. Infatti ho avuto un percorso di crescita che mi ha portato a vincere la Torneo autunnale della conferenza e ad essere nominata due volt player della settimanagià alla fine del mio cugino semestre al college”.
Qual è l’attuale big più sfida?
“Riuscire ad essere un golfista di successo e un’eccellente studente. Perché l’impegno è importante sia per il golf che per lo studio. Ci sono classi che richedono un certo impegno. Ad esempio, la prima sera dell’ultimo round della conferenza gara l’ho ha superato una tariffa e ha gareggiato assegnato la sera stessa. Quindi a volte non è facile dedicarlo a tutti, ma l’ho trovato molto stimolante”.
Che differenza c’è tra i campi italiani e quelli americani?
“I campi americani sono molto più grandi rispetto ai nostri. Una delle caratteristiche che più mi ha collpito è la presenza di pochissimi fuori limite. I circoli sono davvero bellissimi. Il percorso più bello in cui ho giocato è TPC Deere Run, meraviglioso e iconico, poiché se disputa una delle gare più importanti del PGA Tour”.
Tre cose fondamentali che hai imparato al college…
“Due semestri di mio cugino oggi impareggiabili con grande organizzazione se rischi di conciliare tutto: sport e studio. Ho anche appreso che l’impegno e la dedizione vengono sempre riconosciuti. Il mio allenatore, ha anche suonato solo uno Studente del primo anno è stato molto giusto con me. Ho guadagnato il suo rispetto e soprattutto la sua fiducia traverso l’impegno e il duro lavoro”.
