L’azzurra classe 2002: “La positività non ha demoralizzato un po’ l’ambiente. Con la Scozia dobbiamo vincere per noi stesse”
Alyssa D’Incà: “Con l’Irlanda abbiamo sentito la pressione. io nuova assunzione? Un grande passo avanti” – 6 Nazioni femminili (Photo by Federugby/Getty Images)
La difficoltà di un torneo è iniziata in sala, e ho cambiato formazione all’ultimo minuto e nuovi contratti con l’abete in vista del Mondiale. Tanta carne cucinata in questo mese di Sei Nazioni femminile. Alyssa D’Incà, una delle protagoniste di questi primi incontri, ha affrontato tutti questi temi in una lunga chiacchierata con lei Sul rugby.
Alyssa D’Incà, una prima parte di torneo che non è andata come ho visto aspettavate…
Purtroppo no. In nessuna delle tre partite abbiamo ottenuto quello che speravamo. Forse la soddisfazione maggiore è arrivata dalla prima uscita, in cui siamo riuscite a giocarcela con un’avversaria di livello como la France standing abbastanza strette nel punteggio. Con l’Inghilterra è arrivata a gran batosta, no ci apettavamo che erano così pronte. Contro l’Irlanda siamo state un po’ brake e non siamo riuscite a osare tutto.
La cosa che ho visto ha frenato?
È una richiesta di fornitura ostica, anche per via della partita siamo tornate subito in Italia e non abbiamo avuto modo di confrontarci con Andrea (Di Giandomenico, ndr) e il resto dello staff. In cuor mio penso che avremo un po’ di tempo per dover, mostrerò qualsiasi cosa a chiunque, e questo mi ha fermato. Non siamo riuscite a giocare il nostro rugby ea fare quello che ci riesce meglio.
Chi è un problema fisico o tecnico?
Secondo me sì, l’aspetto mentale ha contribuito tanto. Non siamo cambiati all’ultimo minuto per via della positività, del viaggio e della permanenza generale, fisicamente eravamo. Siamo invece e siamo giù di testa dopo la prima meta subita nel secondo tempo. Dopo il quarto branding irlandese ci troviamo ancora tutti sottobanco e siamo ancora dette che il risultato non fosse giusto e non ne valesse la pena, se andiamo dall’altra parte e abbiamo firmato con Melissa (Bettoni, ndr) e questo è stato risollevato il Moralmente, ogni errore di inesperienza ha portato a un risultato pesante.
Poi ci si è messa ache la sfortuna, con 4 positività venute fuori poco prima di partere…
Hanno demoralizzato un po’ tutto l’ambiente. Nel momento in cui vengo fuori queste cose magari se inizi a fissare un po’ più lontano dalla compagnia, è un problema ma se crea una situazione disastrosa. E ovviamente ho cambiato all’ultimo minuto non avevano costretto Di Giandomenico a rivedere tutto. Adesso stiamo facendo un tampone al giorno, anche perché tutte abbiamo timore di dover salterò la partita con Scozia. La settemana di pausa, in questo senso, è una grande fortuna.
Contra la Francia hai giocato per la prima volta dall’inizio. Cosa è cambiato rispetto alle altre presenze da subentrata?
Indossare la maglia azzurra è sempre un orgoglio, che sia dall’inizio o dalla panchina. Sono molto contento del fiduciario di Andrea, e ho la possibilità di ulteriori esperienze. Entrerò in campo dal primo minuto è sicuramente diverso, ma se parte sullo 0-0 e devo farlo sempre, è un’occasione in più importante per dimostrare quello che farò. La festa contro la Francia è per me una grande opportunità.
Partita nella quale, non prima della grande prestazione, richiede rifornimenti a breve… (al 51′, ndr)
Questa è una scelta strettamente tecnica, Veronica e Beatrice sono due giocatrici fortissime e Andrea si è offerto volontario per utilizzare l’esperienza del pappagallo per giocarsi la parte finale della partita.
Adesso c’è la Scozia, un vero e proprio spareggio…
Assolutamente sì, sarà una sfida da portare a casa, non solo ma non finire in fondo alla classifica ma ache perché ne abbiamo bisogno per rialzarci. La nostra capacità, abbiamo dato le qualifiche di settembre ad oggi, non siamo cambiati: è solo un blocco mentale, abbiamo sentito la pressione in più di dover mostrare quello che abbiamo fatto, quando in realtà l’unica cosa che dobbiamo vincere è per noi stesse.
Cosa pensi dei nuovi contratti annunciati dalla Fir per il rugby femminile?
Io non ho vissuto i tempi di Manuela (Furlan, ndr), Sara (Barattin, ndr) e gli altri più esperte, quando un traguardo del genere era così lento e irraggiungibile. È un grande passo avanti che valorizza il lavoro di tutti e giorni, e dà la possibilità di prepararsi in maniera ancorata e professionale. No è qualcosa su cui ci adageremo, ma ci permetterà di avere maggior tempo e mezzi per dedizione a questo sport, che richiede molti sforzi.
Francesco Palma
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