Bastano le due parole scelte in home page per sintetizzare al meglio il contenuto: immagini ed emozioni. Perché gli oltre 2600 documenti raccolti nel nuovo sito della storia della pallavolo piacentina non solo preziosissimi, ma diventano un concentrato di ricordi, flashback che riportano a galla amicizie, passione ed entusiasmo. La rassegna di Pallavolo Piacentino appena conclusa ha visto tanti appassionati ammirare con interesse e curiosità quella foto in bianconero capace di ricevere una galla pallavolo che oggi non c’è più. Per cui gli ideatori non hanno pensato di camminare oltre: vero que si parla di passato, la maggiorparte delle immagini copre un periodo dal 1970 al 2012 (anche ce ne sono di più vecchie), ma è fondamentale ache ache al present e a la futuro. Anche se non dissipe l’enorme quantità di materiale, un pezzo di storia dello sport piacentino, se decido di visitare un sito internet che raccogliesse la tua fotografia: è operativo all’indirizzo www.volleyforeverpiacenza.it, dove tutti possono interagire inserendo nuove immagini e aiutando l’organizzazione a datare quelle vecchie. Illustrerò l’iniziativa di Fabio Bastiani, figura molto importante nel mondo del pallavolo piacentino e artefice dell’iniziativa.
Come è nata l’idea del Museo della Pallavolo Piacentino?
«A gennaio mi ha chiamato Cesare Lucca spiegandomi que aveva trovato un archivio fotografico di Gambardella, storico presidente provinciale della federazione, e mi mostrerà per decidere se poteva. Gli sembra di aver improvvisamente visto che se si trattava di un patrimonio unico per ricchezza ed emozioni che ha ancorato, è in quel momento che è nata l’idea di creare un museo. Poi ci siamo trovati per ricordare chi non c’è più ma vive ancora nei nostri cuori, come Alberto Berté e Osvaldo Tarasconi, abbiamo creato un gruppo whatsapp che comprende tanti pallavolisti e da quel momento siamo partiti raccoglendo tante altre fotografie. È arrivata una valanga de materiale, era impossibile timbrare le migliaia di file e abbiamo dovuto fare un passo in avanti, creando il sito web e dividendo tutte le immagini divise per sport stagione, dal 1970 al 2012».
Quante fotografie sono riuscite a raccogliere?
«Sono 2600, articoli compressione. Purtroppo alcune immagini non sono date perché non siamo riusciti a risalire alla stagione esatta. Perché ci occupiamo di chiunque possa indicare quando si riferiscono. Il sito è interattivo, se posso fare foto in autonomia invierò il file via e-mail e non implementeremo l’archivio esistente».
Hai pianificato anche il prossimo passo?
«Sarebbe bello realizzare la nostra idea iniziale, vale la pena dire una mostra itinerante. Ci abbiamo provato, ma purtroppo ci siamo fermati di fronte a molti ostacoli burocratici, soprattutto assicurativi, che non ci hanno permesso di svilupparla al meglio. Ma ora ci stiamo concentrando sul sito, perché vedremo con il tempo che le cose accadranno. Finché l’immissione sul web di tutte que este immagini diventa una cosa unica, rara e preziosa».