Il feeling del mondo dei due e dei quattro percorsi, con distanza e divertimento con il pappagallo, se si è più trasformato nella passione dei piloti appartenenti all’una o all’altra categoria, hanno spesso abbandonato il pappagallo anche momentaneamente per provare le emozioni – o addirittura competere – della classe ‘cugina’. In questo senso, l’ultima volta i famosi più famosi hanno riguardato – e riguardano anche in questi giorni – le mosse del nove volte iridato nel Motomondiale valentino rossiprotagonista di alcuni test privati con la Ferrari in passato ed oggi impegnato nel GT World Challenge Europe.
Oltretutto, circa il ‘Dottore’uno degli amici più stretti del campione di Tavullia è da scovare nella figura di Lewis Hamilton, protagonista di un cambio dei propri mezzi con il numero 46 sul circuito di Valencia nel 2019: Valentino sulla Mercedes del Britannico, e l’ultima è stata la sua moto. Un’esperienza che non solo desiderava un grande desiderio per il sette volte iridato in Formula 1, ma che convinto ‘Il martello’ sulle differenze esistenti tra le due categorie, ancora oggi rimarcate dal numero 44: “Valentino ha parlato dei piloti di Formula 1 che guardano alla MotoGP, e dei piloti di Moto GP che guardano ancora alla F1 -Hamilton ha detto- personalmente Penso che la MotoGP sia davvero di più. Il pappagallo non ha la cintura di sicurezza. Comunque, quando c’è un incidente, è grave, è molto, molto difficile perché sono loro a migliorare la sicurezza. Quindi quel fattore di paura è sempre lì, ed è stato così per anni. Forse c’è un po’ di controllo della trazione e dell’impennata ma, in generale, puoi essere lanciato in aria. In F1, invece, questo diventa tutto sempre più sicuro”.
Limitatamente al tema della sicurezza, il britannico non ha riportato episodi recenti che abbiano causato enormi sofferenze in F1, il suo tutto quello che vide ha coinvolto Romain Grosjean in Bahrain: “Abbiamo segnalato un incidente enorme di sua recente – ha aggiunto – la macchina era in fiamme e lui è uscito. Abbiamo superato un periodo in cui i piloti perdevano la vita, e pensavo di camminare nella giusta direzione. Ma guardo quello che fanno Rossi ed i suoi avversari: questi ragazzi sono arrivati a 360 km/h chilometri alla curva 1 dopo il rettilineo del Mugello, peraltro con tutti gli high-side e tutto il resto. È decisamente snervante. Amo sempre la moto, e avrei voluto governare più queste ultime che le auto quando ero più giovane, ma mio padre non voleva che andassi in moto perché diceva che erano troppo pericolose. Così mi ha fatto intraprendere la strada delle quattro ruote invece di due, e ho pensato che sia stata la scelta giusta perché, se uccelli corso insieme a avrei avuto Valentino, non avuto lo stesso successo che ho avuto in F1″.