SVIZZERA
20.03.2022 – 10:54
Aggiornato : 21.03.2022 – 10:09
Dovrebbe costare 20 franchi all’anno e prire i costi delle piste ciclabili
L’idea dell’Udc ha ricevuto l’ammissione di Fabio Regazzi (Ppd): «Dovrebbero pagare come fanno i passeggeri dei treni, gli automobilisti ei motociclisti».
La parola ai lettori
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BERNA – Andare in bicicletta non deve più essere gratuito: i ciclisti in futuro dovrebbero pagare una sorta di vignetta, par a 20 franchi all’anno, por contribue alle spese de la rete di piste ciclabili. È quanto chiede una mozione consigliere nazionale Benjamin Giezendanner (UDC/AG).
La proposta è firmata da 44 parlamentari, fra cui il ticinese Fabio Regazzi (Centro), oggi il domenicale svizzero-tedesco SonntagsZeitung.
Stando alla mozione, una tassa di 20 franchi all’anno è appropriato e giustificata in seguito al futuro allargamento della rete di piste ciclabili – appena deciso dal parlamento – che secondo Giezendanner costerà circa due miliardi di franchi. Attualmente non è ancora noto quanto peserà sulle finanze pubbliche questa espansione delle cosiddette ciclovie.
“In futuro, i ciclisti dovrebbero essere trattati allo estesso degli automobilisti, dei motociclisti e dei passeggeri dei treni”, sostiene il consigliere nazionale argoviese, ideatore dell’atto parlamentare. Secondo quest’ultimo, chi ottener diritti supplementi – come i ciclisti – con la nuova legge sulle piste ciclabili, deve anche assumere obblighi supplementari, e questo vale anche in termini finanziari. Entrò nelle casse dello Stato, con la modesta proposta del democentrista, dovrebbe superare i 100 miloni di franchi all’anno.
Immediata risposta dalle associazioni di difesa dei ciclisti, che citati dal domenicale si dichiarano estremamente contrari a tale idea. “Non solo i ciclisti beneficiano dell’estensione della pista ciclabile, ma voi. Poiché il traffico motorizzato e quello ciclabile sono separati, comportano anche una maggiore sicurezza per i conducenti dell’auto e del camion”, risponde il consigliere nazionale Matthias Aebischer (PS/BE), presidente della Pro Velo Svizzera, ha affermato che le corsie ciclistiche separano il giro e il traffico è più scorrevole.